Francia | Champagne
PRESENTAZIONE
Gli antenati della famiglia Velut hanno prodotto vino fin dal XVI secolo. Verso la metà del 1900 una nuova generazione di viticoltori scoprì le potenzialità di un territorio nascosto sui dolci pendii di Montgueux, nell’Aube, una landa solo apparentemente anonima. Tra questi coraggiosi sognatori, Jean Velut e sua moglie Huguette iniziarono a sviluppare a piccoli passi la notorietà di Montgueux. Il loro figlio Denis ampliò i vigneti e nel 1976 avviò la produzione propria di Champagne. Con pazienza, la reputazione delle cuvée si è fatta strada e ora tocca al giovane Benoît rivelare al mondo questo terroir letteralmente unico.
Montgueux può essere immaginato come un isolotto arroccato a 270 m. di altitudine, dal quale si abbraccia con lo sguardo la vasta pianura, con Troyes, la bella città di origine medievale a circa 10 km verso est, la valle della Senna a nord e l’area naturale del Pays d’Othe a ovest. E’ come la prua di una barca, una costa gessosa che si allunga verso sud/sud-est. In questo paesaggio, solo 214 ha di vigneti coprono la collina più isolata dell’AOC Champagne. Qui è lo Chardonnay a dominare: più del 90% del territorio vitato del comune di Montgueux ne è coperto, facendone il “village de Chardonnay” più meridionale della Champagne.
Immergere le mani nella terra significa toccare un suolo antico 90 milioni di anni. La vera base di questo terreno è il gesso affiorante, formatosi nell’età turoniana a seguito della lentissima sedimentazione causata dalla disgregazione di alghe unicellulari a scheletro calcareo, prova del passato tropicale della regione. Con il côteaux du Vitryat situato a circa 100 km a nord-ovest, questo terreno gessoso è l’unica evidenza in zona di quella che è giustamente chiamata “Côte de Champagne”. Più a sud, la Côte des Bar poggia sugli antichi terreni calcarei del Kimméridgien; a nord si trovano gli alter-ego della costa gessosa dell’Ile de France (Côte de Sézanne e Côte des Blancs).
Data la sua porosità, il gesso elimina l’acqua in eccesso ma reidrata anche il terreno con tempo asciutto, tramite la risalita capillare. Il gesso favorisce la formazione di riserve d'acqua sotterranee, che evitano alla vite uno stress idrico dannoso e allo stesso tempo determina un beneficio per la maturazione degli acini inducendo la pianta a sviluppare radici profonde, che accrescono il legame con la terra. In queste condizioni le uve Chardonnay hanno un’impronta golosa, matura, ricca ed elegante, mantenendo la loro acidità, garanzia della freschezza dei vini e della loro attitudine alla tenuta nel tempo. Montgueux è un terroir a sé, impossibile da non considerare, immerso in un microclima che dona uno stile riconoscibile alle uve ed ai vini. Non mancano in quest’area i terreni più profondi e ricchi (circa il 10% della superficie totale), che costituiscono parcelle adatte alla coltivazione del Pinot Noir.
L’atteggiamento verso il lavoro inizia con il rispetto per la terra. Senza negare il comfort offerto dalla tecnologie moderne, è sempre presente un’attenzione per non spingerle al limite, ispirandosi al buon senso contadino e a una certa sensibilità artistica. Ciò si traduce concretamente nella gestione meccanica dell'erba, che viene lasciata crescere naturalmente tra i filari, senza arature, regolata con lo sfalcio e la zappatura regolare sotto i filari. Dall'autunno alla primavera vengono seminate miscele di piante (legumi, cereali e ortaggi) che arricchiscono la terra. La concimazione avviene con elementi naturali complessi ed equilibrati (corteccia, guano, compost, etc.): viene nutrito prima il terreno, con tutta la biodiversità che ospita, il quale a sua volta nutrirà la pianta. Queste misure preventive accrescono la sanità della vite e la sua resistenza alle malattie. Entra poi in gioco l’intervento diretto dell’uomo, che modifica l’architettura della vite, con potature rigorose, rimozione delle gemme in eccesso e lo sfogliamento che permette al vento di circolare a favore della sanità delle piante.
Dopo la vendemmia, in cantina le uve vengono pressate per singola parcella, in modo che la loro identità si esprima il più chiaramente possibile, senza alcuna correzione o taglio. La vinificazione è naturale e senza artifici. L’assemblage è un momento chiave per le cuvée, un esercizio di equilibrio e stile che porterà i vini ad esprimersi pienamente solo dopo il lungo tempo necessario agli affinamenti in bottiglia. Partendo dalla cuvée base di Jean Velut, Première Temps, sono necessari almeno 30 mesi di attesa (il doppio del minimo previsto dal disciplinare).
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© 2018 Pellegrini Spa - P.Iva / C.F.: 00224980169 - REA Bergamo 74820 - Cap. Soc. € 149.500 i.v.
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