PRESENTAZIONE
Villa padronale seicentesca, con cappella, un sistema di cantine all’avanguardia, in un contesto di giardini all’italiana: questa è Cerbaiona, 400 metri sul livello del mare, a Nord Est del borgo di Montalcino. E’ in posizione dominante, approdo finale di una strada che attraversa boschi e vigneti, sale poi si distende, risale ancora chiudendo il percorso proprio a Cerbaiona. Da lì, la vista sconfina fino a San Quirico, Pienza e Montepulciano, i tre borghi dirimpettai in sequenza l’uno dopo l’altro come quinte di un palcoscenico. A Sud il Monte Amiata, nobile e discreto.
Allo spalancarsi del cancello si apre un mondo che ispira armonia e infonde calma. Villa padronale, chiesetta, cantine e giardini, tutto è in sintonia con la natura ospitante, nel più puro spirito rinascimentale, emblema di misura e compostezza in continuità con i principi dell’arte classica greco-romana richiamata anche negli arredi della villa e delle cantine.
Da secoli Cerbaiona è il volto di questo angolo di Montalcino e ancor prima del riconoscimento della locale denominazione, si diceva: “Il miglior vino viene dalla Cerbaia”. Dalla prima annata, classe 1981, brilla tra le aziende di riferimento del Brunello di Montalcino.
Il 2015 segna l’inizio di una nuova era per Cerbaiona, con il sodalizio tra Gary Rieschel, timoniere di un gruppo di investitori, e Matthew Fioretti che acquistano l’azienda dal precedente proprietario, l’ottantaquattrenne Diego Molinari. Vigneti e cantina versavano in uno stato di trascuratezza. E così, Matthew Fioretti ha guidato ogni operazione di rinascita: dall’estirpo e reimpianto del vigneto, a sistema di alberello, al rinnovo della cantina e villa preesistenti fino all’edificazione di nuove cantine. “Vogliamo custodire un passato chiamato, però, a dialogare con le conquiste dell’enologia di precisione contemporanea”, spiega Fioretti il cui racconto aiuta a comprendere cosa sia oggi Cerbaiona.
“Per questo abbiamo creato un secondo mondo interrato, pur di realizzarlo abbiamo iniettato 1,5 chilometri di pali. Abbiamo realizzato una bottaia con volte a crociera, sorta di basilica del vino, e quella di affinamento con pietre a vista: realizzati con criteri di un tempo, rispondono però alle esigenze di oggi. Abbiamo inoltre costruito una cantina di vinificazione in cemento armato con rivestimento in resina, un laboratorio 4.0 si affaccia sulla cantina controllando ogni operazione. Nell’ultimo trentennio il processo di vinificazione è stato accompagnato da progressi tecnologici che assicurano risultati senza paragoni col passato. Ed è a questi criteri che ci siamo attenuti”.
